STEFANO BELLANI

SPECIAL GUEST

Stefano Bellani è una persona modesta. Raccontando la sua biografia non vi dirà mai che ha vinto un Oscar, ma è così. Anzi, ben nove, per la verità.
Sì, perché Stefano Bellani, ha recitato nel film Il Paziente inglese che, nel 1998, ha sbancato Hollywood col pieno di statuette.

Era un po' defilato, è vero, magari non si vede proprio in primo piano, però, se si sta attenti, guardando un militare ferito sullo sfondo di una scena, all'interno di un treno, anche se ha tutto il volto bendato, si può anche riconoscerlo.
Però lui non se ne vanta.
Già da prima calcava i palcoscenici e dopo ha continuato a farlo. Ultimamente lo si è visto a Zelig Off e poi in prima serata su Canale 5, con Bisio e la Incontrada, quindi ha scritto un libro con le battute del personaggio che lo ha reso, se non celebre, quanto meno conosciuto.
Ma il protagonista senza nome dei "Ma teee...'" non rende pienamente giustizia all'attore.
Stefano Bellani è monologhista eccelso ed ha molti spettacoli tutti suoi, di cabaret e di teatro comico.
A noi ne piace uno in particolare, dal titolo toscanamente provocatorio, Ho messo la sciarpa alla Madonna, esito ultimo di precedenti lavori su cui si è fatto le ossa come Lo strano caso del dottor Alex e mister Sommer. In esso racconta le disavventure di un precario, categoria della quale ha fatto parte per molto tempo e con molti compagni di strada.
Forse ha con ciò individuato una caratteristica che accomuna l'attore comico col precario: il senso tragico della vita.
Ma non esiste un presente senza un passato e Stefano scandaglia il suo ricercandovi in parte le ragioni delle disavventure che vive: le convenzioni sociali, l'educazione religiosa fatta solo di formalità e disciplina, il non rispetto della cultura, lo sfruttamento di sogni e speranze, il tentativo di auto-omologarsi, il rifiuto, infine, di una società che lo rifiuta.
E allora il personaggio del suo spettacolo si ritira in una chiesa - rigorosamente vuota! - a leggere e a pensare su ciò che ha fatto.
Senza pentimento, ma con rassegnazione, quasi il tutto fosse ineluttabilità.
Perciò, appare logico che l'anonimo uomo dei "Ma te...'" tratti con la moglie solo in maniera distaccata, ironica, a volte veramente toscana, a volte addirittura inglese, per l'aplomb con cui vive ormai il sentimento sopito e la routine che, in verità, colpisce chiunque e solo con i salti mortali o con un pizzico di follia si riesce a mantenere in vita.
Magari è per quello che veste di bianco come un matto in camicia di forza ed è scalzo come un saltimbanco...'

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